LA VERA CHIESA DI DIO "Philadelphia"

E all'angelo della chiesa di Filadelfia scrivi: Queste cose dice il santo, il verace, colui che ha la chiave di Davide, colui che apre e nessuno chiude, colui che chiude e nessuno apre

APOCALISSE CAP. 3


1 E all'angelo della chiesa di Sardi scrivi: Queste cose dice colui che ha i sette Spiriti di Dio e le sette stelle: Io conosco le tue opere: tu hai nome di vivere e sei morto.
2 Sii vigilante e rafferma il resto che sta per morire; poiché non ho trovato le opere tue compiute nel cospetto del mio Dio.
3 Ricordati dunque di quanto hai ricevuto e udito; e serbalo, e ravvediti. Che se tu non vegli, io verrò come un ladro, e tu non saprai a quale ora verrò su di te.
4 Ma tu hai alcuni pochi in Sardi che non hanno contaminato le loro vesti; essi cammineranno meco in vesti bianche, perché ne son degni.
5 Chi vince sarà così vestito di vesti bianche, ed io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, e confesserò il suo nome nel cospetto del Padre mio e nel cospetto dei suoi angeli.
6 Chi ha orecchio ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese.

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7 E all'angelo della chiesa di Filadelfia scrivi: Queste cose dice il santo, il verace, colui che ha la chiave di Davide, colui che apre e nessuno chiude, colui che chiude e nessuno apre:
8 Io conosco le tue opere. Ecco, io ti ho posta dinanzi una porta aperta, che nessuno può chiudere, perché, pur avendo poca forza, hai serbata la mia parola, e non hai rinnegato il mio nome.
9 Ecco, io ti do di quelli della sinagoga di Satana, i quali dicono d'esser Giudei e non lo sono, ma mentiscono; ecco, io li farò venire a prostrarsi dinanzi ai tuoi piedi, e conosceranno ch'io t'ho amato.
10 Perché tu hai serbata la parola della mia costanza, anch'io ti guarderò dall'ora del cimento che ha da venire su tutto il mondo, per mettere alla prova quelli che abitano sulla terra.
11 Io vengo tosto; tieni fermamente quello che hai, affinché nessuno ti tolga la tua corona.
12 Chi vince io lo farò una colonna nel tempio del mio Dio, ed egli non ne uscirà mai più; e scriverò su lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che scende dal cielo d'appresso all'Iddio mio, ed il mio nuovo nome.
13 Chi ha orecchio ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese.

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14 E all'angelo della chiesa di Laodicea scrivi: Queste cose dice l'Amen, il testimone fedele e verace, il principio della creazione di Dio:
15 Io conosco le tue opere: tu non sei né freddo né fervente. Oh fossi tu pur freddo o fervente!
16 Così, perché sei tiepido, e non sei né freddo né fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca.
17 Poiché tu dici: Io son ricco, e mi sono arricchito, e non ho bisogno di nulla, e non sai che tu sei infelice fra tutti, e miserabile e povero e cieco e nudo,
18 io ti consiglio di comprare da me dell'oro affinato col fuoco, affinché tu arricchisca; e delle vesti bianche, affinché tu ti vesta e non apparisca la vergogna della tua nudità; e del collirio per ungertene gli occhi, affinché tu vegga.
19 Tutti quelli che amo, io li riprendo e li castigo; abbi dunque zelo e ravvediti.
20 Ecco, io sto alla porta e picchio: se uno ode la mia voce ed apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli meco.
21 A chi vince io darò di seder meco sul mio trono, come anch'io ho vinto e mi son posto a sedere col Padre mio sul suo trono
22 Chi ha orecchio ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese.

CHIESA DI FILADELFIA cristianesimo del risveglio pentecostale 1900 - alla Fine dei tempi

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Le sette lettere ci danno nel loro insieme, un'immagine profetica della storia della Chiesa dal principio sino alla fine. Se le consideriamo ora nel loro ordine, troviamo:

in Efeso, il principio del declino della Chiesa;

in Smirne, la grande persecuzione che segui, molto salutare per la vita spirituale della Chiesa;

in Pergamo, l'unione della Chiesa con il mondo, o la mondanità nella Chiesa;

in Tiatiri, corruzione e gerarchia (signoria dei sacerdoti);

in Sardi, nonostante le benedizioni ricevute dalla Riforma, a parte un piccolo numero, c'è ortodossia morta (credenza esteriore) e un'apparenza di vita.

In Filadelfia troviamo i credenti della fine, coloro che, in mezzo all'iniquità crescente della cristianità professante e durante la Grande Tribolazione, trovano il loro rifugio nella Persona e nella Parola del Signore Gesù, il Figliuolo di Dio, e Gli sono fedeli pur avendo poca forza. Filadelfia, il cui nome significa " amore fraterno ", era una chiesa nell'Asia Minore, precisamente nella regione di Lidia, a sud di Sardi. La città era stata fondata nell'anno 154 a. C. dal re di Pergamo Attalo Filadelfo, dal quale ricevette il nome. Fu danneggiata da diversi terremoti, e al tempo degli apostoli era una delle più piccole e povere città dell'Impero Romano. Il Signore glorioso vi aveva però una piccola Assemblea di credenti rimasti fedeli a Lui e alla sua Parola. Com'è meraviglioso vedere la sollecitudine del Signore per preservarla dal giudizio perché essa ha serbato il suo Nome e la sua Parola (vers. 10)! La piccola città di Filadelfia esiste tuttora, mentre le altre città dell'Asia Minore furono distrutte e di esse non rimane che un cumulo di rovine. Essa fu trattata con grazia quando i Mongoli e i Turchi invasero il paese e devastarono ogni cosa. Non sappiamo quanti veri credenti vi siano. La città porta oggi il nome turco di Allahsher, cioè "città di Dio". Il Signore si presenta alla chiesa di Filadelfia, come in tutte le altre lettere, con un carattere particolare, che corrisponde alla condizione di questa chiesa. Egli si nomina "il Santo e il Verace". Questo non è un titolo ufficiale del Signore, bensì la definizione della gloria e dell'eccellenza della sua Persona. In ogni tempo il Signore si è manifestato tale: Egli è santo, verace e fedele: il Santo e il Verace che desidera santità e verità in coloro che gli appartengono. Santità e verità devono caratterizzare il loro cammino e la loro testimonianza ed essere la loro guida. Queste parole ci ricordano la preghiera del Signore Gesù al Padre per i suoi: "Padre santo, conservali nel tuo nome... santificali nella verità; la tua Parola è verità" (Giovanni 17:11, 17). Mentre i credenti, personalmente e insieme, riconoscono ed onorano il Signore Gesù, loro Salvatore e Signore, come " il Santo e il Verace ", trovano anche in Lui, in mezzo al declino e all'indifferenza della cristianità, forza e costanza per il loro cuore, e prezioso ristoro. Questi due attributi del Signore caratterizzano dunque Filadelfia; santità e verità sono il suo ornamento e la sua forza, e formano la sua testimonianza. Se queste due cose vengono a mancare, la testimonianza è perduta. Perciò sta scritto: "Ritraggasi dall'iniquità chiunque nomina il nome del Signore" (2 Timoteo 2:19). Contemporaneamente al piccolo residuo di credenti di Filadelfia in mezzo al quale devono trovarsi la santità, la verità e, come il nome lo indica, l'amore fraterno, esistono ancora Pergamo, cioè la chiesa ortodossa, Tiatiri, la potente e persecutrice chiesa di Roma, e Sardi che rappresenta le chiese protestanti, per la maggior parte senza vita. Filadelfia non deve aspettarsi di essere riconosciuta da queste. Se dipendesse soltanto dai due primi sistemi religiosi, Filadelfia, che si raduna fraternamente attorno al Signore e Salvatore Gesù Cristo, sarebbe ben tosto soffocata, e le innumerevoli denominazioni di credenti che si sono formate da molti decenni non esisterebbero più. Ma il Signore Gesù ci dice: " Io sono il santo, il verace. Colui che ha la chiave di Davide, Colui che apre e nessuno chiude. Colui che chiude e nessuno apre ". E ancora: "Ecco, io ti ho posta dinanzi una porta aperta, che nessuno può chiudere". Che cosa significa ciò? Mentre Sardi, che si formò dopo i secoli oscuri del Medioevo, scelse lo Stato come autorità della Chiesa, credendo di assicurare così la propria esistenza, vediamo qui che il Signore pone davanti al debole residuo di Filadelfia una porta aperta: Egli stesso è la sua protezione. In mezzo al declino della cristianità professante, il Signore si è ancora formato in Filadelfia una testimonianza, fino al suo ritorno. E questa testimonianza è che i suoi apprezzano la sua Persona, Lui stesso, il Santo e il Verace, e gioiscono e rispondono al suo affetto. Il Signore vuoi possedere il nostro cuore! Non basta portare il suo Nome o avere una professione ortodossa e giusta, possedere quindi il nome di vivere pur essendo morti. Se il Signore di gloria forma il centro e l'attrazione del nostro cuore, vi sarà anche una testimonianza resa per Lui in questo mondo che lo ha rigettato e lo sprezza tuttora. Inoltre, non avremo bisogno di cercare aiuto nel mondo, tra gli uomini; Cristo è il nostro rifugio ed è "Colui che ha la chiave di Davide, Colui che apre e nessuno chiude". Nella sua grande conoscenza, il Signore dirige ogni cosa, anche se apparentemente lascia il mondo a se stesso, e veglia affinché vi sia sempre una testimonianza resa al suo nome in questo mondo che si è costituito nemico di Dio. È il Signore che tiene nella sua mano ogni cosa, ed è anche Lui che aperse la via del trono a Davide, quando Israele era in rovina e rivoltato contro a Lui. Riferendoci ad (Isaia 22:22), in rapporto con la chiave di Davide, vediamo che essa è simbolo del governo e dell'autorità che sono nelle mani del Signore. Quand'Egli era Uomo sulla terra, in mezzo all'infedeltà d'Israele e al sistema giudaico, Iddio, "il Portinaio" (Giov. 10:3), Gli aperse la porta e nessuno poté chiuderla; né Erode ("la volpe"), né gli scribi, né qualche altro nemico. Quale incoraggiamento è il fatto di avere una porta aperta e che rimane aperta! Il carattere del mondo e dei tempi può essere avverso, lo spirito del declino e dell'anticristo può acquistare sempre più potenza, ma la porta rimarrà aperta sino alla sua venuta. Il Signore non pretende che ci adoperiamo a forzare delle porte chiuse; non è necessario, poiché sono già aperte; d'altra parte non ne saremmo capaci, con la " poca forza " che abbiamo. Gli apostoli Paolo e Pietro e i primi credenti, avevano più forza di quanta ne abbiamo noi oggi. È molto importante adoperare questa " poca forza " per Lui e sino alla fine, non lasciandoci trascinare dall'indifferenza o dalla mondanità o dalla mancanza di amore per Lui e per la sua Parola, poiché perderemmo il carattere, la posizione e la testimonianza degli ultimi tempi. Se il Signore dice a Filadelfia: " Io conosco le tue opere " è come approvazione. Esse non sfuggono al suo sguardo e sono preziose per il suo cuore. Il mondo, sia religioso che ateo, non vi bada, anzi le disconosce e giudica. Anche Geremia era debole e disprezzato in mezzo alla disubbidienza e al declino dell'infedele popolo d'Israele. Il Signore però conosceva le sue opere e la sua testimonianza, e lo incoraggiava dicendo: "Se tu separi ciò che è prezioso da ciò che è vile, tu sarai come la mia bocca; ritorneranno essi a te, ma tu non tornerai a loro. Io ti farò essere per questo popolo un forte muro di rame " (Geremia 15:15-21). Il residuo che il Signore, nella sua grazia, fece ritornare dalla cattività di Babilonia era, se pur debole, una testimonianza per Dio. Il muro che questo piccolo residuo costruiva attorno a Gerusalemme, la città santa, era un soggetto di derisione da parte dei nemici, ma era un'opera compiuta con la forza di Dio e quindi gradita a Lui. Son ormai finiti i giorni di grande forza, della prima energia della Chiesa a Pentecoste. L'occhio del Signore però è sempre, anche nei giorni del declino e di poca forza, rivolto sui suoi e ricerca in loro amore e fedeltà. Dove si trovano queste cose vi è anche ubbidienza e di conseguenza benedizione, anche se quest'ultima scorre in segreto. Il Signore scrive ancora a Filadelfia: " Hai serbata la mia Parola e non hai rinnegato il mio nome ". Qualcuno potrebbe pensare che ciò che il Signore apprezza in quei credenti non sia niente di straordinario o di grande testimonianza. Ma è molto di più che se il Signore avesse scritto: Hai dei grandi doni in mezzo a te, dei grandi miracoli e segni, e hai molto successo. Filadelfia, come abbiamo detto, è profeticamente la testimonianza del Signore negli ultimi tempi, in mezzo al declino della cristianità. Come dice il Signore stesso, per la prima volta in questa lettera: "Io vengo tosto" (*). (*) Notiamo che negli Evangeli il Signore dice semplicemente ai suoi che ritornerà, e nelle epistole manca la parola "tosto" (presto). Invece a Filadelfia, figura profetica dei credenti del nostro tempo. Egli dice: " Io vengo tosto! ". Alla fine del libro Egli lo ripete sovente (Apoc. 22:7; Apoc. 12:20). Che cosa caratterizza il tempo attuale, prima della venuta di Cristo? Ecco quel che profetizza l'apostolo Paolo a questo riguardo: "Negli ultimi giorni verranno dei tempi difficili... gli uomini saranno egoisti... aventi la forma della pietà, ma avendone rinnegata la potenza... i malvagi e gl'impostori andranno di male in peggio, seducendo ed essendo sedotti " (2 Timoteo 3). Non vediamo forse oggi tutto questo? La cristianità è costituita in gran parte di semplici professanti, spiritualmente morti, che hanno solamente la forma della pietà senza vita divina e perciò senza a potenza della pietà che vince il mondo. Il tempo attuale è anche caratterizzato dalle false dottrine, come scrisse l'apostolo Paolo nel passo riportato più su. "I malvagi e gli impostori andranno di male in peggio, seducendo ed essendo sedotti". Dove si trova rifugio e riparo contro la morte spirituale, il formalismo e le innumerevoli false dottrine? Nella stima e nella valutazione della Persona del Signore Gesù e nell'attenerci saldamente alla sua Parola. Per questo l'apostolo Paolo, scrivendo dei " tempi difficili " in cui viviamo, dice a Timoteo; " Ma tu persevera nelle cose che hai imparate... poiché fin da fanciullo hai avuto conoscenza degli Scritti sacri, i quali possono renderti savio a salvezza... Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile ad insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, affinché l'uomo di Dio sia compiuto, appieno fornito per ogni opera buona " (2 Timoteo 3:14.17). Lo stesso scrisse anche l'apostolo Giuda nella sua epistola profetica, parlando dei tempi della fine ed esortando a combattere " per la fede che è stata una volta insegnata ai santi ", cioè combattere per la pura dottrina che i primi credenti ricevettero da Dio e serbarono. La Parola di Dio è la difesa e l'arma che dobbiamo adoperare nella lotta per la verità; la Parola di Dio è, nello stesso tempo, "la verità" (Giov. 17:17). Più avanti nell'epistola di Giuda troviamo la seguente esortazione: " Edificando voi stessi sulla vostra santissima fede " ! Anche qui ci troviamo ricondotti alla Parola di Dio. La Parola, la Bibbia, è per noi, in questi tempi difficili, la spada e la cazzuola. Con la spada dobbiamo " combattere " e con la cazzuola dobbiamo " edificare " (Giuda 1, 20). Entrambe sono necessario a tutti i credenti che vogliono rendere testimonianza al Signore nei giorni del declino. Come vediamo al tempo di Nehemia, quando il residuo fedele, ritornato dall'esilio di Babilonia nella terra dei padri, teneva in una mano la spada per difendersi dagli attacchi del nemico e nell'altra il martello e la cazzuola per costruire (Nehemia 4:17, 18). Beato quel credente, e beato quel gruppo di credenti, al quale il Figliuol di Dio, che cammina in mezzo ai sette candelabri d'oro e che esamina ogni cosa, può dire in questi tempi di declino e prossimi alla decadenza completa: " Hai serbata la mia Parola " ! È dunque di importanza capitale che il credente si sottometta completamente alla Parola di Dio. Ai giorni nostri, da una parte regna la superstizione, come nella chiesa di Roma dove le tradizioni umane hanno sopraffatto il semplice Vangelo che porta la salvezza e sono riuscite a far tacere praticamente la Bibbia; d'altra parte incontriamo una incredulità sfrontata, in modo particolare nella chiesa protestante, in professori di teologia che, valendosi della loro autorità, negano alla Parola di Dio la sua autorità divina, davanti al loro uditorio. Essi cercano di spezzettarla e disseccarla, rendendola un libro umano. Povera teologia, e povera cristianità che ascolta simili dottori! Oltre alla superstizione e all'incredulità, le false dottrine si fanno sempre più numerose e prendono sempre più campo: le false dottrine dei Mormoni, dei seguaci di Irving, in modo particolare quelli del Nuovo Ordine, degli Avventisti, degli Auroristi, dei Testimoni di Geova ed altre ancora, che feriscono e avvelenano mortalmente migliaia di anime. Non è dunque poca cosa che il Signore dica ai suoi, i quali fondano ancora la loro salvezza unicamente sulla Sacra Scrittura, che è per loro la più alta autorità in ciò che riguarda la fede: " Hai serbata la mia Parola " ! Quanto è necessario leggere e meditare ogni giorno la Parola di Dio, non solo per ciò che riguarda la salvezza e la redenzione, ma anche per quel che riguarda il nostro cammino quaggiù, onde trovare in essa le direttive necessarie in ogni circostanza, sia terreno che spirituale. Il cristiano che in ogni circostanza si chiede: "Che cosa dice la Parola di Dio? Che cosa dice il mio Signore e Salvatore?", può rendere buona testimonianza. Dobbiamo quindi dirigere i nostri passi secondo quel che il Signore dice nella sua Parola, anche se gli altri si dirigono secondo l'intelligenza umana, o secondo un sistema o una forma religiosa. La conoscenza della verità divina e la separazione dal mondo e dalla sua religione, possono diventare rapidamente una forma senza forza, appena il cuore diventa indifferente e il cammino mondano. Si crede di possedere più beni spirituali di altri e si diventa miopi verso se stessi e orgogliosi nel giudicare altri cristiani che hanno forse meno luce e meno conoscenza, ma mostrano più fedeltà nel loro cammino, più dedizione al Signore e più amore verso i perduti. Dobbiamo considerare che si fa parte di Filadelfia soltanto se i pensieri e il cammino pratico corrispondono alle qualità che il Signore approva e riconosce! Il Signore dice anche a Filadelfia: " Non hai rinnegato il mio nome ", vale a dire: Non mi hai rinnegato in un mondo che ha odiato e rigettato me, il Figliuol di Dio; mi hai accettato per la fede come tuo Salvatore, e onorato come Signore, in questo mondo nemico, e ti sono bastato. Com'è prezioso il nome di Gesù! Quale pienezza abita in Lui! Chi lo invoca sarà salvato. Per la fede nel suo Nome, l'anima riceve perdono, pace e vita eterna, e nel suo Nome può vincere ogni nemico ed evitare ogni pericolo. Che il Nome di Gesù ci sia prezioso più d'ogni altro nome. Si incontrano delle persone orgogliose di appartenere a tale o tal'altra chiesa, a tale o tal'altra società; ma possono per questo essere salvate? No, certamente. Esse s'ingannano se il Signore Gesù non è il loro sostegno e la loro salvezza, la loro consolazione e la loro parte, la loro forza e il loro rifugio per il tempo presente e per l'eternità. Per questo Filadelfia è una fedele testimone di Dio nel mondo e ha l'approvazione del Signore, in mezzo al declino della cristianità professante, perché Egli può dirle: "Hai serbato la mia parola e non hai rinnegato il mio nome". Per Dio, il restare saldamente attaccati alla Persona del Signore Gesù ha un grande valore. Nessun cristiano d'oggi appartiene praticamente a Filadelfia, cioè alla testimonianza del Signore nel tempo del declino, se il Signore non può rendere questo elogio a suo riguardo. Egli vuole della realtà pratica. Soltanto una dedizione completa del cuore e della vita al Signore può accontentare il suo cuore pieno d'amore. Lo constatiamo nella prima lettera dove il Signore, afflitto, dice: "Hai lasciato il tuo primo amore". Se il nostro cuore batte unicamente per Lui, la nostra vita quaggiù corrisponderà in verità e in fatti alla sua santa Parola. L'ubbidienza felice ad essa e ai suoi comandamenti caratterizzerà il nostro cammino sino alla fine. Il Signore promette ad una tale fedeltà una grande ricompensa. Quelli della sinagoga di Satana, che dicono d'esser Giudei ma non lo sono, dovranno prostrarsi e riconoscere quanto Filadelfia è stata preziosa al cuore del Signore. Sardi, che ha il nome di vivere ma è morta, possiede, come Tiatiri, nella sua forma e nella sua organizzazione, delle ombre del giudaismo, però non sono Giudei. Essi dovranno un giorno riconoscere, a loro vergogna, quanto il Signore ha amato quel piccolo gregge di credenti fedeli, che essi hanno maltrattato e disprezzato: "Li farò venire a prostrarsi dinanzi ai tuoi piedi, e conosceranno che io ti ho amato". Non lo dicono con le parole che sono Giudei, ma con i fatti. Il vero Cristianesimo, per esempio, non ha più una classe speciale di persone (clero e casta dei sacerdoti) né dei giorni santi (feste) e neppure dei luoghi santi (templi, chiese e luoghi di pellegrinaggio). Ciò esisteva nel giudaismo. Nel cristianesimo Iddio può essere lodato e onorato da ogni uomo in ogni luogo, e in ogni tempo. Ma il Signore ha ancora una ricompensa più grande; Egli continua dicendo: " Perché tu hai serbata la parola della mia pazienza, anch'io ti guarderò dall'ora del cimento che ha da venire su tutto il mondo per mettere alla prova coloro che abitano sulla terra ". Quando il Signore era quaggiù, manifestò molta pazienza in mezzo alla contraddizione dei peccatori. Oggi ancora è paziente, durante il tempo in cui è rigettato da Israele e dal mondo, in attesa che Iddio gli dia il regno sulla terra e raccolga presso di sé la Sposa, l'insieme di tutti i credenti. I cristiani fedeli di ogni popolo" della terra aspettano con Gesù il momento della realizzazione dell'unione di Cristo alla Sposa, e guardano desiderosi verso Lui, lo Sposo. Essi Gli rispondono: "Amen ! Vieni, Signore Gesù!". E poiché essi sono così legati a Lui, Egli promette loro di "guardarli dall'ora del cimento". In merito a quando questo accadrà vi sono due versioni discordanti: la prima, maggioritaria, ritiene che il rapimento della Chiesa avverrà prima dei tempi difficili dell'Anticristo che precederanno il regno di Cristo, poiché solo in questo modo può "guardarli" dall'ora del cimento ha da venire su tutto il mondo ". Il Signore non dice che li proteggerà nell'ora della prova, ma che li guarderà "dall'ora", cioè li metterà al sicuro prima che quell'ora incominci; La seconda ritiene che il rapimento avverrà verso la fine della Tribolazione prima del Ritorno del Signore, in modo che "i credenti di Filadelfia", passando attraverso la prova ma essendone guardati in maniera miracolosa (Apo. 12:14), saranno testimonianza al prossimo e a se stessi in quanto misericordia di Dio. Egli dice ai suoi, particolarmente in questi ultimi tempi: " Io vengo tosto, tieni fermamente quello che hai, affinché nessuno ti tolga la tua corona ! ". Quale incoraggiamento e nello stesso tempo quale avvertimento contro i pericoli e il nemico! Questi sa benissimo che non può rapirci dalla mano del Signore, il buon Pastore. Egli può privarci di forza e di benedizione per un certo tempo, di certi privilegi anche durante tutto il tempo della nostra vita terrena. Può pure rapirci la corona che dovrebbe essere il nostro ornamento, e la nostra ricompensa nella gloria. Ci rendiamo conto di questo? Il Signore ci ha dato molta luce sulla sua grazia e molta conoscenza della Parola. Adoperiamo noi questa luce come lampada per il nostro sentiero? Mettiamo noi in pratica la conoscenza della volontà di Dio? Solo in questo modo potremo " tenere fermamente quello che abbiamo, e il Signore potrà concederci una grazia maggiore e una più ampia conoscenza. "Badate dunque come ascoltate, perché a chi ha [cioè a chi riceve nel suo cuore ciò che ode e lo mette in pratica nel suo cammino] sarà dato; ma a chi non ha anche quel che pensa di avere gli sarà tolto" (Luca 8:18). Il Signore non fa nessun rimprovero a Filadelfia, ma avverte: "Tieni fermamente quello che hai". Poiché "a chi molto è stato dato, molto sarà ridomandato" (Luca 12:48). Perciò "chi si pensa di star ritto, guardi di non cadere" (1 Cor. 10:12). Così vediamo che, benché il Signore possa anzitutto riconoscere e lodare lo stato di Filadelfia, anche qui vi è la possibilità di deperimento spirituale. Per questo il Signore, alla fine della lettera, come fa anche nelle altre lettere, si rivolge ad ognuno in particolare dicendo: "Chi vince, io lo farò una colonna nel tempo del mio Dio, ed egli non ne uscirà mai più; e scriverò su lui il nome del mio Dio, e il nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che scende dal cielo dappresso all'Iddio mio, ed il mio nuovo nome". I credenti, che in mezzo ai professanti senza vita rimangono fedeli alla Parola di Dio e attaccati al Nome di Gesù, sono agli occhi del mondo deboli e disprezzati. Il Signore però conosce le loro opere e vuole fare di loro nel futuro, quale ricompensa per la loro fedeltà sulla terra, una colonna nel tempio di Dio. La colonna è la figura della forza ed era il sostegno del tempio. Inoltre, il Signore scriverà su questi fedeli tre nomi: il nome del suo Dio, il nome della città del Suo Dio, cioè della nuova Gerusalemme, e il suo nuovo Nome. Essi sono il nome del Padre, il nome della Sposa e il nome dello Sposo, che la sposa riceve dal Padre. Di fronte alla ricompensa che il Signore ci pone dinanzi, e pensando all'affetto che essa ci dimostra, dovremmo applicarci a non aver ricevuto la grazia di Dio invano, ma a camminare invece in modo ch'Egli possa ricompensare la nostra fedeltà per la gioia del suo cuore e alla lode della sua grazia. Qualcuno potrebbe chiedere: Dove posso in questi tempi trovare Filadelfia? Dobbiamo rispondere che Filadelfia non è formata da questa o quella comunità di credenti. È una cosa personale; quali rapporti ha il nostro cuore col Signore, e quale posizione rispetto a Lui e alla sua Parola? Tuttavia i credenti che vivono strettamente legati al loro Salvatore e Signore e mantengono fedelmente la sua Parola si raduneranno assieme (2 Timoteo 2:22) e si studieranno di "conservare l'unità dello Spirito col vincolo della pace" (Efesini 4:3). Però la posizione del cuore rispetto a Lui e alla sua Parola è la cosa più importante. Perciò il Signore richiama anche quelli che sono fedeli alla sua Parola dicendo: "Tieni fermamente quello che hai, affinché nessuno ti tolga la tua corona"

Il Decreto della Congregazione per la Dottrina della Fede (Acta Apostolicae Sedis - A.A.S. n°58 del 29 Dic.1966) che abroga i Canoni del Diritto Canonico 1399 e 2318, fu approvato da Sua Santità Paolo VI il 14 ottobre 1966; venne poi pubblicato per volere di Sua Santità Stessa, per cui non è più proibito divulgare senza l’Imprimatur, scritti riguardanti nuove apparizioni, rivelazioni, visioni, segni, profezie o     miracoli. Non si intende in alcun modo prevenire il giudizio della Santa Chiesa Cattolica ed Apostolica Romana.                                                                                                                                                                                                           ++++++++++++                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            Si esorta a non mettere in discussione in alcun modo il Magistero della Chiesa, Una, Santa, Cattolica e Apostolica Romana sulla Fede e i costumi, perché ciò costituirebbe peccato mortale, pertanto chi pensasse di aver trovato qualche contrasto tra questo sito web e l'insegnamento solenne, definitivo o autentico della Chiesa, non dubiti mai della certezza di tale insegnamento, ma piuttosto della propria personale interpretazione di chi ha creato questo sito web.                                                                                                                                                                                                            ++++++++++++                                                                                                                                                                                                                   Il Vangelo non contraddice l'Antico Testamento e  Gesù fu ritenuto eretico dalle Autorità religiose ebraiche poiché queste ultime trascurarono di studiare con la dovuta diligenza il Magistero di Mosè e gli annunci dei Profeti, essendo accecate dalla propria ipocrisia. Infatti Gesù dice: Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto - (Santo Vangelo secondo San Matteo 5,17-18). Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di Verità, egli vi guiderà alla Verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli Mi glorificherà, perché prenderà del Mio e ve l'annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è Mio; per questo ho detto che prenderà del Mio e ve l'annunzierà - (Santo Vangelo secondo San Giovanni 16,12-15). E San Paolo dice : Vi ho dato da bere latte, non un nutrimento solido, perché non ne eravate capaci. E neanche ora lo siete - (I Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi 3,2). Su questo argomento abbiamo molte cose da dire, difficili da spiegare perché siete diventati lenti a capire. Infatti, voi che dovreste essere ormai maestri per ragioni di tempo, avete di nuovo bisogno che qualcuno v'insegni i primi elementi degli oracoli di Dio e siete diventati bisognosi di latte e non di cibo solido. Ora, chi si nutre ancora di latte è ignaro della dottrina della giustizia, perché è ancora un bambino. Il nutrimento solido invece è per gli uomini fatti, quelli che hanno le facoltà esercitate a distinguere il buono dal cattivo - (Lettera di San Paolo Apostolo agli Ebrei 5,11-14). Analogamente, ogni apparente contrasto tra chi ha creato questo sito web e il Magistero ecclesiastico può essere risolto attraverso un maggiore approfondimento e rielaborazione di entrambi, alla luce di un rinnovato studio filologico e scientifico della Sacra Scrittura. È per questo che si esortano i Cattolici ad evitare ogni interpretazione e atteggiamento che possa ostacolare tale ricerca prudente della Verità. Rimane infine il fatto che chi ha creato questo sito web non può e non vuole sostituirsi in alcun modo all'Autorità e al Giudizio della Santa Chiesa, che almeno nelle sue proposizioni definitive, è sicuramente infallibile. Infatti Gesù dice: E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa - (Santo Vangelo secondo San Matteo 16,18). Questo rappresenta un principio irrinunciabile e prioritario e non potrà mai essere messo in discussione. Il materiale pubblicato su queste pagine è stato creato attraverso immagini reperite dalla rete considerate di pubblico dominio. Ove involontariamente sia stato violato qualche diritto di copyright, i detentori possono contattarmi ed io provvederò alla rimozione. 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